venerdì 9 gennaio 2009

Conosciamo Paola Mastrocola e Una barca nel bosco




Finalmente ho trovato il tempo di dedicarmi ad un libro di Paola Mastrocola: Una barca nel bosco, edizioni Guanda.
Il testo è scritto in modo semplice almeno fin quasi alla fine del racconto, l'io narrante è infatti un adolescente - Gaspare - emigrato dal Sud a Torino per frequentare il Liceo. Nella nuova città si troverà come un pesce fuor d'acqua - una barca in un bosco, appunto. I primi 3/4 del libro, incentrati sugli sforzi di integrazione di Gaspare, si presentano realistici e surreali insieme...o forse surreali solo per noi adulti. Perché riflettendoci un po' su, chi da adolescente non si è mai sentito fuori posto? Oggi, poi, nell'odierna società giovanile, la continua ricerca di appartenenza al branco mi sembra molto più forte che ai miei tempi. Per cui non credo sia giusto definire assurda la storia di Gaspare, così come fatto da molti.
O meglio, non è per nulla assurda nella ironica drammaticità della prima parte del libro.
Dove il testo crolla invece nell'assurdo e perde di forza, lasciando il lettore (in questo caso io) disinteressato, è nell'ultima parte: cambiano il linguaggio e il ritmo narrativo: troppo veloce rispetto al racconto dei primi anni di Liceo, ci presenta un Gaspare adulto, per nulla realistico, anzi troppo "fantastico", tanto che mi viene da chiedermi: Paola Mastrocola voleva raccontarci una favola? Ma allora manca di coerenza nella prima parte del libro, dove non ci leggo alcuna favola.
Peccato.
Se posso esprimere la mia modesta e personale opinione per questo testo ci voleva un buon editor che tenesse per mano la Mastrocola nell'ultima parte del libro. Per tutto il resto, invece, il lavoro mi è sembrato straordinario.
Un'ultima cosa: se leggete qua e là i commenti di noi umili lettori, troverete molte voci che non hanno amato questo libro...eppure Una barca nel bosco ha vinto il Premio Campiello 2004. Qualche domanda sorge spontanea...

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