giovedì 8 gennaio 2009

DURANTE di Andrea De Carlo




Andrea De Carlo è un autore che ho seguito molto: consigliatomi per caso da un'amica, è poi entrato di prepotenza nella Hit delle mie letture. Perché cominciare una recensione in questo modo? Credo sia la voglia di sputare subito fuori l'amaro in bocca che ultimamente mi lasciano in bocca i libri di De Carlo. Se all'inizio i suoi testi mi lasciavano in bocca un senso di magia perché la vita è qualcosa di magico di per sé - ma quando De Carlo racconta i suoi personaggi e i suoi luoghi lo diventa ancora di più - adesso proprio mi sono stancata di leggere storie che con nomi e lavori diversi, con colori e profumi diversi (ma poi forse nemmeno tanto diversi) si ripetono all'infinito lungo lo stesso identico filo conduttore.
Eppure è vero che un pittore si conosce dallo stile delle pennellate, un cuoco dal sapore delle spezie, uno stilista dal colore delle stoffe...ma qualcosa di nuovo nei loro lavori c'è sempre: un paesaggio, un prodotto di stagione o una linea morbida anziché attillata.
Sogno da tempo di leggere un libro di De Carlo, nuovo, travolgente, stupefacente...completamente diverso da tutti gli altri, sotto ogni profilo.

E così, non avendo più letto testi di De Carlo, mi sono detta che forse quest'ultima novità potesse essere una novità: Durante, Andrea De Carlo, Edizioni Bompiani.

Pietro, l'io narrante (che ha la stessa voce e lo stesso profilo di tutti gli altri io narranti di De Carlo) vive tra le colline marchigiane (più o meno gli stessi luoghi più o meno già visti) con la sua ragazza austriaca in solitudine lavorio senza obblighi o confini...O almeno così credono di vivere (hoibò...son convinta di aver già letto qualcosa di simile...) finché giunge tra loro DURANTE, l'uomo perfetto, calmo, irriverente ma riverente, che monta a cavallo e vola via come il vento, ignorante di ogni regola, bello da far paura persino al cane di Pietro e che fa crollare letteralmente ai suoi piedi ogni donna che incontra, ma anche molti uomini, compreso il nostro Pietro.
Per poi scoprire che Durante così perfetto non lo è...o almeno, PER ME non lo è affatto (nonostante l'Autore, in un'intervista l'abbia definito un ideale, ibrido dell'autore stesso e del meglio di tante altre cose).

Come poter cadere ai piedi di un uomo tanto egocentrico? Come non indignarsi davanti al suo modo di scappare? Di lasciare vite, Sue Vite, sparse qua e là senza amore? E poi, vogliamo considerare gli innumerevoli limiti che ha nei confronti delle donne?...Altro che cadere ai suoi piedi, fuggire bisogna!
Andrea De Carlo avrà voluto esaltare o demonizzare il suo personaggio?
Nel primo caso per quando mi riguarda non ci è riuscito; se invece lo voleva demonizzare, beh, allora ci è riuscito bene.

Consiglio Durante a chi non ha mai letto De Carlo: leggendolo si può fare un'idea precisa del suo modo di scrivere, senza doversi leggere tutto.
Chi già conosce De Carlo, sa cosa sta per leggere. PUNTO.

3 commenti:

Frank ha detto...

C'é stato un periodo in cui leggevo e rileggevo i libri di De Carlo a ciclo continuo, mi piacevano e mi rilassavano.
Poi sono incappato in "Pura vita", in "Uto", in "Giro di vento"...tutti libri che riciclano idee e ambientazioni già viste in altri libri di De Carlo.
Penso ancora che "Tecniche di seduzione", "Treno di panna" e "Arcodamore" siano gradevoli, ma persino il suo "capolavoro", "Due di due", a rileggerlo oggi ha perso del tutto l'aura magica che aveva all'epoca...

Patrizia Poloni ha detto...

Siamo esattamente sulla stessa lunghezza d'onda per quanto riguarda De Carlo.
Credo di aver iniziato a conoscerlo con "I veri nomi", poi sono andata a ritroso tenendo sempre sott'occhio le nuove uscite. E in fine ho iniziato ad annoiarmi, tant'è che ho ancora in giro suoi libri ancora intonsi.

Frank ha detto...

"I veri nomi", anche quello gran delusione: inizia bene, anche se quando si parte per gli States ricicla le solite cose viste in "Treno di panna", poi nella seconda metà si affloscia...e sprofonda!

Per quanto riguarda "Durante", la tua antipatia per il protagonista che condiziona la lettura del libro: mi ricorda un po' quel che ho provato nel leggere "Caos calmo", l'antipatia per il tizio che non mi permette una serena fruizione della bella scrittura di Veronesi... ;-)